Marisa Albanese
Doble Cel
19 settembre 2015 — 1 febbraio 2016
Casal Solleric, Palma de Mallorca
curated by Studio Trisorio
Ma come in vista della città arriveremo – un muro la cinge,
alto, e bello ai lati della città s’apre un porto,
ma stretta è l’entrata [...].
(Odissea, VI, 262-264)
In occasione della Nit de l’Art 2015, la Fundació Palma Espai d’Art inaugurerà il progetto site specific Doble Cel, di Marisa Albanese.
Doble Cel è una riflessione muta, intima, su di un tema che da decenni occupa le nostre cronache. L’immagine è quella di un albero speculare, che trasforma le proprie radici in rami e occupa lo spazio orizzontalmente, e se la fronda evoca la volta celeste, la doppia fronda evoca due cieli che fronteggiandosi lasciano pensare a popoli che guardano cieli simili ma divisi.
Le fronde dell’albero sono le linee della vita che si stagliano nel cielo sotto il quale la sorte ci ha destinato vivere; un albero con una doppia fronda si fa cos simbolo del doppio cielo abitato da esistenze costrette a farsi nomadi. Sull’albero di alluminio vengono proiettate parole che si muovono come fossero la linfa vitale di questi rami, i flussi luminosi di culture che si spostano e si incontrano nel fluire del mare nostrum. Le parole sono parole antiche, brani tratti da uno dei testi fondanti la cultura europea e la visione del mediterraneo come sorgente originaria di scambi e di creazione, di miti e di leggende, l’Odissea di Omero.
Si fronteggiano due mondi in un essere avversi tra cieli che si sentono diversi e così l’accoglienza diviene distanza, separazione, incomprensione. L’orizzonte si spezza, e la specularità è solo apparente. Doppio cielo parla dello spostarsi dei migranti sulla terra, ma anche del loro trovarsi divisi da una linea di separazione, da un diaframma netto, ma invisibile che separa le due parti dell’albero; cielo contro cielo.