Fabrizio Corneli
19 aprile — 20 settembre 2002
Indagando la luce come fenomeno fisico e ottico percettivo, l’artista ne sperimenta le molteplici possibilità espressive. Catturandola per mezzo di sfere ottiche, lastre di rame e bolle di vetro piene d’acqua, la sottopone ad effetti di rifrazione, scomposizione e riflessione.
La luce, sostanza immateriale delle sue opere, in costante gioco dialettico con l’ombra, crea e dissolve, per anamorfosi, presenze inafferrabili ed evanescenti. In questa prima esposizione napoletana, l’artista toscano non propone rappresentazioni ma “svelamenti” immagini senza un referente immediato, attraverso le quali ci invita a riflettere sulla provvisorietà del vedere.
Il misurato controllo della luce, prodotta da una lampadina collocata all’interno di una scatola di rame o in piccole uova d’oca sapientemente intagliate è il principio che dà vita ai suoi Iperborei e alla serie degli Emblemata. Nella Sognatrice, che come le altre opere esposte, appare soltanto quando la parete bianca viene illuminata, si esperisce la squisita relazione tra la tecnica artistica di Corneli e la forza misteriosa dell’ombra.