Francesco Arena

 

Segni Elementari

18 febbraio — 1 maggio 2022

Alberobello, Puglia

Arcaico e moderno dialogano in “Segni Elementari” la mostra d’arte contemporanea che sino al primo maggio celebrerà i 25 anni di Alberobello patrimonio UNESCO.

I trulli di Alberobello, simbolo della Puglia e dell’Italia nel mondo, nel 1996 venivano inseriti nell’elenco dei siti mondiali Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il progetto ICONICA Alberobello UNESCO 25 vuole celebrare questo importante anniversario con una scelta inedita: mettere in comunicazione la dimensione arcaica della costruzione in pietra a secco, con i mondi mobili e variegati dell’arte contemporanea. Tutto attraverso le azioni e i gesti creativi di 22 artisti riconosciuti sulla scena artistica nazionale e internazionale, provenienti da Israele, Argentina, Georgia, Germania e naturalmente Italia.

Josè Angelino, Francesco Arena, Pamela Campagna, Francesco Carofiglio, Tiziana Contu, Ada Costa, Alessandro Costanzo, Daniele D’Acquisto, Franco Dellerba, Mimmo Di Caterino, Baldo Diodato, Helmut Dirnaichner, Viviana Fernandez Nicola, Francesco Fossati, Shay Frisch, Nicola Genco, Pietro Guida, Sophie Ko, Loredana Longo, Mimmo Paladino, Pasquale Santoro e Raffaele Vitto sono i protagonisti della mostra “SEGNI ELEMENTARI. L’arte contemporanea nei trulli patrimonio dell’umanità”.

Ideata e diretta dall’architetto, artista e scrittore Francesco Carofiglio, e organizzata nell’ambito del progetto ICONICA dall’Assessorato alla cultura del Comune di Alberobello, con il sostegno di Regione Puglia e Teatro Pubblico Pugliese, “Segni Elementari” è curata dal direttore artistico Francesco Carofiglio, e dagli storici e critici d’arte Concettina Ghisu, Lorenzo Madaro e Brizia Minerva.

Gli artisti dialogano, ciascuno con la sua lingua, attraverso opere e installazioni, usando materiali differenti, dentro un unico tessuto narrativo che si snoda dai Trulli comunali di Via Monte Nero al Museo del territorio “Casa Pezzolla”, passando per Terrazza “Palazzo del Conte” e Casa d’Amore. Circa 120 opere – disseminate in sale trulli, cortili, corridoi, scantinati-ipogeo e facciate – realizzate in cartapesta, legno, metallo, foglie, fili di rame, fili di cotone, ferro e lino, pietre, cellulosa, vetro, porcellana, vetro, ferro, mattoni, terracotta, radici di vite, con luminarie e dipinti. Un chiaro riferimento ai materiali usati nell’arte povera.

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