Marisa Albanese
Per il ciclo di opere presentate allo Studio Trisorio Marisa Albanese prende spunto dalla teoria del caos deterministico di Edward Norton Lorenz, che formulò il principio del "butterfly effect" in una conferenza del 1972 intitolata "Può il batter d'ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?". L'artista si è interrogata sulle possibili trasformazioni della materia, sull'unità sostanziale della natura, a fronte di un’irriducibile molteplicità delle sue forme, e sull'energia che si attiva dalle relazioni fra le diverse forme di vita.
Dall’osservazione dei rami di un albero, l’artista elabora una serie di lavori fondati sull’idea di metamorfosi e di simbiosi: su una bianca rete di rami scorre, come linfa vitale, un flusso di parole luminose, un ramo di bronzo ritrova il proprio spazio originario attraversando il legno di una sedia, e sono ancora dei rami a intrecciarsi e sovrapporsi al movimento delle nuvole in una videoproiezione tra fogli di carta.
Un profilo d'albero è infine inciso, a diversi livelli di profondità, in quattro blocchi di marmo nero del Belgio, eco della recente scoperta che tutte le piante discendono da un medesimo antenato, la Cynaphora Paradoxa, un’alga la cui simbiosi con un batterio ha permesso la nascita della fotosintesi.
Le paradossali connessioni generate da Marisa Albanese prevedono anche che l'aria possa divenire solida e palpabile come un tessuto per accogliere la luce di un costante scorrere di parole e che un grosso blocco di ossidiana possa essere infranto dal battito delle ali di un uccello.