Alfredo Maiorino allo Studio Trisorio, Napoli
exibart / 14 febbraio 2020
Allo Studio Trisorio di Napoli la personale di Alfredo Maiorino dedicata alle opere recenti sulla percezione della spazialità. Fino al 30 marzo
A Napoli, negli spazi di Studio Trisorio, inaugura oggi, 14 febbraio, la personale di Alfredo Maiorino (1966, Nocera Inferiore) “Giallo camera” dedicata a opere recenti che riflettono sulla percezione della spazialità.
«La mostra rivela su una doppia scala – percettiva e spaziale – gli elementi chiave della ricerca di Alfredo Maiorino protesa tra tensione architettonica e riflessione pittorica.
Lo spazio della galleria si trasforma esso stesso in opera riproducendo le caratteristiche delle “scatole pittoriche” dell’artista su grande scala», ha anticipato Studio Trisorio.
Il percorso espostivo
«Entrando in galleria si attraversa la tridimensionalità dello spazio, le sue modulazioni, la sua luminosità, come se ci si addentrasse in uno dei lavori dell’artista, esplorandone le profondità geometriche e cromatiche, in un seducente processo di riflessione e di rifrazione.
Le opere di Alfredo Maiorino conservano gli elementi strutturali della pittura, il colore, la preparazione, il disegno che sono però assemblati in uno spazio a tre dimensioni manifestandosi nel fondo delle superfici sotto-vetro che nascondono e rivelano un alfabeto di geometrie», ha spiegato la galleria.
La ricerca recente di Alfredo Maiorino
A partire dal 2012 circa «la ricerca artistica di Alfredo Maiorino è stata scandita da un attento processo di sintesi del linguaggio espressivo. Prendendo le distanze dalla pittura intesa come rappresentazione, come allusione a una realtà concreta o a uno stato d’animo, Maiorino ha cominciato a indagare gli elementi primari del linguaggio pittorico, i materiali che compongono l’opera, le loro qualità tattili e visive. Quest’operazione gli ha consentito di fare del colore una sostanza mentale, meno visibile e più interiore.
Della pittura ha conservato gli elementi strutturali, la tela, la preparazione, il disegno, lasciando che gli oggetti misurino lo spazio bidimensionale dell’opera e si relazionino ad esso in modo funzionale, in un rapporto simile a quello dell’uomo nello spazio che abita.
In questo spazio purificato ha cominciato a inserire materiali come il vetro ed il feltro, che svolgono una funzione protettrice ed isolante. Il vetro opacizza e riflette lo spazio pittorico ma al contempo protegge la superficie, mentre il feltro, carico di energia animale, la isola e la riscalda», aveva spiegato Studio Trisorio in occasione della personale dell’artista nel 2015, “Ri-velare”.