L’amore di Napoli per Louise Bourgeois
artribune / 8 maggio 2017
MUSEO DI CAPODIMONTE // STUDIO TRISORIO, NAPOLI – FINO AL 17 GIUGNO 2017. ANTICIPATE DALLA PROIEZIONE DI “LOUISE BOURGEOIS: THE SPIDER, THE MISTRESS AND THE TANGERINE”, FILM DEL 2008, PRESSO IL MUSEO MADRE, CHE HA PROPOSTO ANCHE UN TALK CON JERRY GOVOROY, AMICO E STORICO ASSISTENTE DELL’ARTISTA, DUE MOSTRE TESTIMONIANO LA GRANDE PASSIONE DI NAPOLI PER L’ARTISTA FRANCESE.
Il rapporto fra Louise Bourgeois (Parigi, 1911 – New York, 2010) e il Museo di Capodimonte è ormai realtà consolidata. Dopo la grande mostra del 2008, che ha lasciato al Museo due opere in collezione permanente: Fallen woman e Give or take, l’artista è stata scelta per inaugurare il ciclo di piccole mostre Incontri sensibili, che presenterà dialoghi artistici a distanza, anche talvolta di secoli, resi possibili dalla risonanza di temi presenti nelle opere esposte.
DIALOGHI A DISTANZA
Non ha bisogno di didascalie questo primo confronto, tanto è in evidenza l’affilata lama del rasoio ancora in bilico sulla mutilata Femme couteau – opera di Bourgeois del 2002 – da sembrare la stessa che ha appena martoriato i seni della bellissima Sant’Agata di Francesco Guarino. Delle varie raffigurazioni della martire cristiana a opera del pittore secentesco, quest’olio su tela del 1640 circa è quello che presenta Agata – la ricca e nobile fanciulla catanese che si ribellò al desiderio di possesso del Proconsole Quintiliano – in tutta la sua avvenenza, intenta a lanciare un fiero sguardo di sfida a quell’uomo che ha preteso l’amputazione dei suoi emblemi di femminilità.
Una storia che sembra riecheggiare l’angoscia di sopraffazione, chiara in Femme couteau, vissuta dall’artista americana nei confronti della figura del padre dominante e fedifrago, analizzata durante il lungo corso della sua produzione artistica.
TRA VITA E DOLORE
L’ansia e il terrore derivanti dalla latente paura del sopruso vissuta da Bourgeois nella sua infanzia e l’elaborazione dei torti, o di eventi vissuti come tali dall’artista, sono presenti nella carrellata di disegni e piccole sculture parallelamente in mostra allo Studio Trisorio. Disegni che attraversano tutto l’arco della sua pratica artistica, dalle semplici architetture schizzate degli Anni Quaranta, successivi al suo trasferimento a New York, all’angoscia della perdita, evidente negli ultimi lavori in mostra legati alla rielaborazione del lutto per la scomparsa del marito e per quella, prematura, del figlio. La scena della nascita di The Birth, 2007, o le mammelle che sanguinano latte di Breasts, 2008, sono immagini potenti di una mirabile sintesi di vita e dolore, che Bourgeois ha saputo impastare nella propria opera, considerata dalla stessa artista un valido aiuto per sopravvivere ed esorcizzare il suo dolore esistenziale.
Giovanna Procaccini