Mantra plastici. Eulalia Valldosera a Napoli
artribune / 27 gennaio 2017
Dall’antro della Sibilla alla rupe di Tiberio, il suo canto ancestrale risuona e la sua eco smuove i detriti della mente. Antiche memorie riemergono a nuova coscienza, rievocate dalla voce e dai gesti performativi di Eulalia Valldosera (Barcellona, 1963). Nel video Il Canto, le mani e il corpo diventano segni estetici di un linguaggio primordiale e la fotografia, l’installazione e la performance si fanno strumenti di una “tecnologia mistica”, volta al rinnovamento del mondo. A tale scopo, in Fonte del perdono, riferita agli eccessi di Tiberio, l’acqua sorgiva scorre in mille rivoli sulle pile di pentole e piatti di diverse epoche, in segno di purificazione degli abusi passati e odierni. In Fonte dell’incontro, l’acqua versata dalle ampolle del vino e dell’olio confluisce in un recipiente, avviando un circolo continuo. Al centro della sala, il Manto della Sibilla fluttua come le onde mosse dal vento, svelando nel suo drappeggio le pieghe di un sapere antico.
Rosa Esmeralda Partucci