Umberto Manzo, allo Studio Trisorio la leggerezza dell'essere
il mattino / 9 febbraio 2023
Un insieme di monocromi che, affiancati l'uno all'altro, raccontano un'unica grande storia. È un lavoro molto nuovo quello che Umberto Manzo presenta allo Studio Trisorio (inaugurazione sabato ore 11, Riviera di Chiaia 215), un'installazione formata da 15 elementi orizzontali per un totale di 7,5 metri x 2, in cui la sua cifra stilistica di stratificazioni di carte questa volta trova una nuova leggerezza: l'opera infatti è libera, è uscita dal limite della cornice in ferro (in genere parte integrante del lavoro di Manzo) per andare ad occupare lo spazio in una nuova forma di tridimensionalità.
Il sovrapporsi delle carte - stratificazione di memorie personali e della storia dell'arte - è sempre fondamentale, e su questo si fonde e si confonde il segno dell'artista: i colori sono molto diluiti, quindi cangianti come appena usciti da una nebbia o da un sogno, e accolgono frammenti di disegni per lo più a grafite o carboncino in cui si identificano accenni di figure, minuscoli particolari di volti, orme di presenze umane che da sempre occupano le opere di Manzo. L'insieme dell'installazione appare come un inno alla natura, con le cromie sfumate dell'azzurro marino, i verdi cangianti della campagna, il bruno dei boschi, il buio della notte, l'arancione di un sole impazzito di luce.
«Giorno per giorno lavoro su un solo colore con cui dipingo grandi rotoli di carta - spiega l'artista napoletano - poi li taglio e li compongo nelle mie opere. Per loro non c'è una lettura univoca, non si sviluppano su una superficie piana, ma vivono di corposità». Lavori, cioè, che sono a metà tra scultura e pittura, oggetti all'interno dei quali si sviluppano narrazioni.
Così è anche per la scultura di una testa, costruita con pannelli di legno e tela che si intersecano: la forma scultorea è per assenza, si crea cioè nel vuoto della silhouette intagliata. E il vuoto del cranio viene occupato anche qui da carte dipinte ma a strisce sottili, come fossero garbugli di pensieri.
Nella seconda sala c'è un trittico monumentale con il ritorno delle scatole-cornici in ferro: due contengono carte disegnate, mentre quella centrale accoglie un disegno bellissimo di una figura a matita con inserti in foglia d'oro. Altre tre opere rispondono al canone più consueto di Manzo: la tela riquadra le forme classiche di un busto, una mano e una testa, riempite di carte dipinte a colori più forti, per opere di grande eleganza formale.
Ma non finisce qui. Nella sede dello Studio Trisorio in via Carlo Poerio 116, Umberto Manzo espone una selezione di suoi disegni a matita su carta, alcuni intersecati da tracce di foglia d'oro. Due opere più grandi sono messe in dialogo con una composizione di fogli di piccolo formato che, impaginati in maniera molto ravvicinata, vanno a comporre una potente visione d'insieme dell'immaginario dell'artista, sempre ricco di memorie della classicità.
Alessandra Pacelli