Roxy in The Box si mette in vetrina ‘Una firma su Venere’

la repubblica napoli / 13 maggio 2024


Una gran folla alla prima della mostra di Roxy in The Box “Social Pop Mirabilia”. L’artista pop napoletana espone in uno dei pochi spazi “su strada” della città, quello dello Studio Trisorio affacciato su via Carlo Poerio al civico 116 (fino al 22 giugno, orari di visita: da martedì a sabato dalle 10 alle 13,30 e dalle 15,30 alle 19).

«Ho chiesto io di esporre in quello spazio che è come una vetrina — dice l’artista — non ti capita a Napoli di inciampare nell’arte contemporanea, perché quasi tutte le gallerie si trovano all’interno dei palazzi e su piani alti, non su strada. Il mio è una sorta di intervento di arte urbana, che è molto vicino a ciò su cui lavoro. E allora questo è un modo per arrivare subito alla gente — continua Roxy in The Box — la definizione che ho dato del mio lavoro è proprio “Social Pop”, e “Mirabilia” l’ho aggiunto al titolo della mia personale perché spero di poter sorprendere chi verrà a vedere la mostra, ma anche il semplice passante». Ci si ritrova così nella Roxy in The Box-land con opere di ieri e di oggi, perché, come racconta l’artista «alcune mi appartengono, le sento attuali e ancora mie, e poi ci sono lavori nuovi come “Conchiglia conchistai”, che è un lavoro nuovo e rappresenta l’incontro tra il mare e la terra, ma anche riferito a noi: quando c’è la bassa marea non si sa che cosa emerge, e così anche noi, quando usciamo la mattina non sappiamo che cosa ci accadrà. Tutti i giorni noi ci comportiamo come “case vuote” pronte ad accogliere qualsiasi cosa nella nostra vita, e può capitarci di incontrare la persona sbagliata o quella più meravigliosa del mondo. La conchiglia siamo noi, e il mare, perché tutto nasce dall’acqua e il mare è pronto ad accogliere qualsiasi cosa, nel bene e nel male: può essere inquinato dai rifiuti o contenere bellezza. Noi siamo natura, bisogna essere sempre presenti e vivere».

È invece un discorso di chiusura quello di “Pènsati in bocca” dove Roxy in The Box ha dipinto del cibo insieme con delle frasi, «perché — continua l’artista — il momento dello stare a tavola è diventato un corpo a corpo. A riempirti è il senso di colpa. Ho raffigurato la montanara fritta, la zeppola di San Giuseppe, le caramelle: il cibo che tu scegli non è giudicante, ma spesso è tossico. Tutto lo street food che c’è nel mondo è divisivo, lo mangi da solo, produce obesità ed è trasversale, dai giovanissimi agli anziani. Vedo questo atteggiamento come una forma di chiusura e di isolamento, per niente di gioia». In mostra ha anche ricreato in un modellino con una videoinstallazione del 2003 a grandezza naturale: “Between the Sheets”, con due protagonisti — un uomo e una donna — a letto che cantano “buongiorno” in due lingue diverse, ma quando si alzano indossano la camicia di forza, «come spesso accade a noi, che siamo costretti — annota l’artista — a essere costretti, non liberi, non fluidi, affrontando a volte un lavoro che non ci piace». Nella Wunderkammer di Roxy in The Box si incontra anche una cassetiera secretaire dal titolo “Maresistere” che l’artista ha realizzato l’anno scorso all’Archivio di Stato di Napoli: «Non è un sogno nel cassetto, ma un sogno realizzato, la migrazione di chi ha attraversato il mare e ce l’ha fatta».

Anche Roxy in The Box ha la sua Venere, che si chiama però “Ti prenderei per le palle”, «anche se la Venere di Milo non ha le braccia, quindi ho chiesto a tutte le donne che verranno a visitare la mostra di firmare sul corpo della statua per darle forza. È un lavoro contro il patriarcato. Ancora oggi la più alta percentuale di artisti che espongono musei è al maschile, mentre le donne continuano a essere ritratte e usate nelle opere».

Renata Caragliano
Stella Cervasio


 
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