Allo Studio Trisorio Mimma Russo la signora del Nero
la repubblica napoli / 5 giugno 2023
Profondo nero. Giovedì 8 giugno alle 18.30 allo Studio inaugurazione della personale di Mimma Russo dal titolo “La luce del nero”. Un artista sceglie di esprimersi prevalentemente con un monocromo che in realtà si rivela un caleidoscopio di luci e di ombre, di riflessi opachi e lucidi e qualche volta, come in questo caso, il nero subisce una metamorfosi e diventa oro. «Uso esclusivamente il nero – ha raccontato più volte l’artista – un nero luminoso, che cattura la luce o che la respinge. In questo modo l’opera acquista spessore e si riempie di vita». Il richiamo è immediato alle Black Paintings del minimalista americano Ad Reinhardt che scelse negli anni Sessanta quest’unico colore. Il riferimento è anche al francese Pierre Soulages che ancora prima, negli anni Quaranta, si serviva delle stesse possibilità offerte dal pigmento scuro e oscuro. Ma l’idea di dedicare a un solo colore la campitura della tela è di Yves Klein che, probabilmente anche perché originario di Nizza, vedeva nel blu la sintesi tra cielo e terra. Un blu che, scrive Michel Pastoureau, uno degli specialisti mondiali del colore, è stato sempre considerato in Occidente un “sotto-colore” del nero, o un nero particolare. Nel caso di Klein, l’azzurro che usava fu così connotato da portare ormai il suo nome. Nel suo saggio sul nero, Pastoureau riporta la frase di Leonardo che sosteneva che il nero non fosse «veramente un colore» nell’arte. Giudizio controverso che con il trascorrere dei secoli, soprattutto con le avanguardie, è stato ribaltato. Nel corso della sua carriera di signora assoluta del nero, Mimma Russo ha tenuto numerose personali e collettive in Italia e all’estero; i suoi lavori fanno parte di importanti collezioni private e pubbliche, fra le quali il Museum voor Schone Kunsten di Gand, The International Concrete Poetry Collection di Oxford, The Poetry Collection of the Lockwood Memorial Library di Buffalo negli Usa e il Museo del Novecento di Napoli. I lavori di Mimma Russo sono da sempre caratterizzati da un forte rigore compositivo e dalla ridefinizione della pittura e dei suoi strumenti (tela, colore, cornice, materiali). Il risultato: tante visioni astratte, per le quali l’artista si serve del legno che, nelle sue mani, viene tagliato, piegato, reso, insomma, materia plasmabile (un ossimoro), nei quadri ma anche nel caso delle sculture tridimensionali modulari che a loro volta danno vita a figure geometriche di fantasia che simulano il movimento della luce. «Nell’uso della geometria e del colore nero – scrive Achille Bonito Oliva nel catalogo che accompagna la personale – Mimma Russo crea un corto circuito tra disciplina e conoscenza, tra sensibilità ed emotività». Nelle opere-oggetto più recenti in mostra, l’artista si serve anche di cristalli, carta, vetro, acciaio specchiante e sperimenta nuovi accostamenti cromatici, insinuando il colore giallo che nel nero assoluto, fa una nuova, piccola apparizione. Molte delle opere a parete su legno sono in rilievo e composte da moduli quadrati che fuoriescono dalla tavola, estroflettendosi nello spazio. Un lavoro che testimonia le ricerche condotte dall’artista sull’uso plastico del nero a partire da geometrie semplici, stesura cromatica e giochi di ombreggiature e riflessi. Ricollegandosi a una frase simile dell’artista americano Frank Stella, Mimma Russo lo cita dialogando a distanza: «Quello che vedi è ciò che veramente vedi», ossia che ormai l’artista vede con gli occhi della mente.
Renata Caragliano
Stella Cervasio