Fabrizio Corneli “disegni” di luce che si dovrebbero guardare al buio

la repubblica napoli / 11 febbraio 2019


Sono opere da guardare al buio quelle create da Fabrizio Corneli per la sua personale allo Studio Trisorio che s’inaugura venerdì alle 19 (via Riviera di Chiaia, 215). Proiezioni di luce che disegnano sui muri e sul pavimento ombre con effetti ottici come la rifrazione. E che rimandano in questa chiave anche a opere che appartengono al passato, quali il Doriforo di Policleto e Hermes. Fabrizio Corneli, nato a Firenze nel 1958, dove vive e lavora, racconta di essere partito dalla fotografia, ossia dello “scrivere con la luce”, per poi fare un suo percorso declinato in vari modi, rimanendo in bilico tra scienza e arte, o meglio ancora trasferendo i principi della scienza nell’arte. Toscano come Leonardo, infatti. Dice da Vinci: «Ombra è privazione di luce. Mi sembra che le ombre siano indispensabili per la prospettiva, dal momento che senza di essa mal si comprendono il corpo e i volumi». Il rapporto tra luce e ombra nelle sue opere installative ha addirittura portato Fabrizio Corneli ad approfondire la nozione dell’anamorfismo, quell’effetto di illusione ottica che prevede la deformazione del soggetto, e di anamorfosi — ben raccontata dallo studioso armeno Jurgis Baltrusaitis nei suoi libri Adelphi. «Non è più lo specifico punto di vista ad incoraggiare lo spettatore a correggere percettivamente la deformazione dell’immagine, ma piuttosto il punto di illuminazione ben congegnato», scrive in catalogo Katalin Mollek Burmeister. Fin dall’antichità si cercano le origini della pittura tra miti e leggende, e quella più accreditata rintraccia la nascita della raffigurazione della realtà proprio nell’uso di contornare l’ombra umana con una linea. Corneli cerca di dare forma alla luce che di per sè è immateriale, ne traccia indirettamente la silhouette. Un termine, questo, che — come racconta Victor Stoichita nel suo fondamentale saggio “Breve storia dell’ombra” — viene dal nome del ministro delle finanze di Luigi XV Etiénne de Silhouette (1709-1767) passato appunto alla storia per i suoi tagli alle spese persino del sovrano stesso. Silhouette è proprio l’ombra, la riduzione all’essenza del soggetto, il suo “negativo” rispetto alla luce.

ren.car e s.cer


 
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Fabrizio Corneli. Studio Trisorio, Napoli

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Fino al 30.I.2019 Robert Polidori, Devotion Abandoned Studio Trisorio, Napoli