La pienezza dell’assenza: Carlo Alfano allo Studio Trisorio

l’espresso napoletano / 5 aprile 2016


Venerdì 15 aprile, alle ore 19, presso lo Studio Trisorio, a Napoli, in via Riviera di Chiaia, (nei prestigiosi ambienti delle ex scuderie del seicentesco Palazzo Ulloa di Bagnara) si inaugura una mostra di Carlo Alfano dal titolo “La pienezza dell’assenza”. In esposizione circa dieci lavori di grandi dimensioni realizzati nel decennio 1980-1990, sulla temporalità  intesa come autoriflessione della durata, come ricerca altra dello spazio, tema affrontato da Alfano in particolare nei cicli “Eco-Narciso”, “Eco-Discesa” e “Figure”, di cui fanno parte le opere esposte in mostra.

Carlo Alfano (Napoli 1932-1990), si caratterizza per una straordinaria ricerca artistica rigorosa e uno stile non assimilabile a nessuna precisa corrente della seconda metà del sec. XX. Oltre a frequenti personali alla Galleria Lucio Amelio di Napoli, partecipa alle più importanti mostre collettive del suo tempo, determinando attenta e ampia risonanza da parte della critica. La dimensione temporale della rappresentazione, le sue circolarità, i suoi arresti, le sue velocità, l’alternarsi del dualismo causa-effetto, la riflessione bidimensionale delle forme, la duttilità del linguaggio, la distanza dell’immagine frammentata, sono solo alcuni campi di indagine privilegiata dell’artista.

Cruciali in tal senso progetti come  “Archivio delle nominazioni 1969-74”, raffigurazioni temporali, sonore e verbali insieme, a scindere lo spazio scandendo i secondi; oppure “Stanza per voci” (1969), testi narrati accompagnati a pittura e disegno scritturale, o “Delle distanze della rappresentazione” (1970), a perpetuare la suggestione di un rito in un alternarsi di causa-effetto. La pittura è stata per lui un’esperienza intima, un luogo della memoria e del racconto, dove il letterario e il visivo, la voce e la struttura formale, potevano creare slittamenti continui fra sistemi.

La serie degli “Autoritratti anonimi”, iniziata nel 1969, e continuata ininterrottamente dall’artista fino alla sua morte, pone al centro della propria indagine la percezione, la scrittura e l’immagine, declinati attraverso i suoi interessi letterari: da Shakespeare a Cervantes, da Proust a Joyce a Foucault: “La struttura generale del senso che voglio dare al quadro, è fatta da brevi frasi, da vuoti e da silenzi. Il senso di ogni frammento non è di comunicare una serie di concetti compiuti o di una linearità del tempo; mi interessa cogliere del tempo le sue circolarità, i suoi arresti, le sue velocità prima che la parola raggiunga quella pienezza che riempirà il silenzio”.

Dall’inizio degli anni Ottanta, l’artista si concentra sul rapporto luce-buio. Ed è proprio di questi anni che sarà possibile ammirare alcune opere del grande maestro allo Studio Trisorio. Una galleria storica napoletana, punto di riferimento culturale d’eccellenza, i cui programmi espositivi,  collegando  pittura, scultura, fotografia, video e installazioni con i nuovissimi linguaggi dell’arte, danno forma a un ordito internazionale prestigiosissimo e raffinato.

Loredana Troise


 
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