Le architetture fluttuanti di Christiane Löhr
arte | meer / 16 ottobre 2020
Lo studio dello spazio e del movimento
L'artista tedesca Christiane Löhr, torna a Napoli, dopo la collettiva Trasparenze al museo MADRE nel 2010, con una doppia esposizione alla galleria Studio Trisorio e al Museo e Real Bosco di Capodimonte.
Sull'artista, allieva di Jannis Kounellis, che ha esposto alla Biennale di Venezia, al MAMbo Museo d’Arte Moderna di Bologna, presso l’Hangar Bicocca di Milano, è stata di recente dedicata, dalla casa editrice berlinese Hatje Cantz, una importante monografia.
Per la personale alla storica galleria napoletana, Christiane Löhr, ha presentato uno studio dello spazio e del movimento.
Il suo lavoro nasce dal contatto diretto con la natura: i semi di diverse piante, come cardi, edera, bardane, diventano i materiali per sculture di piccole dimensioni.
I crini di cavallo che utilizza per realizzare la trama dei suoi “disegni” tridimensionali, possono diventare installazioni piccole quanto il palmo di una mano oppure occupare grandi ambienti. L’artista realizza architetture fragili ma forti che rivelano un’attenzione particolare al mondo intimo e segreto delle cose. Il suo interesse sperimentale le permette di guardare all'essenziale, riuscendo a portare in superficie l'anima della materia con cui ridisegna lo spazio. Le sue strutture lineari crescono sviluppando quello che lei definisce un "flusso in uscita, dall'interno verso l'esterno". Come se potessero crescere all'infinito.
Allo stesso modo, la tensione percepibile nelle venature, ora sottili ora corpose, delle opere pittoriche dal richiamo orientale, riprende le strutture filiformi del corpo vegetale. Queste, si toccano all'unisono ricreando artificialmente microcosmi silenziosi che rimandano all’immagine pura e misteriosa della natura.
Le opere di Christiane Löhr partono dalla nascita per estendersi in leggerezza, creando un flusso vitale disarmante che ti obbliga all'incanto. Allo stesso modo lo Studio Trisorio è come invaso da questa linfa vitale che, in diverse forme ininterrotte di fili, si appropria dello spazio della seconda sala. Il visitatore è come uno spettatore che assiste ad una creazione che sembra quasi superare la realtà, come a dividere il vuoto tra l’opera e chi la osserva.
Nel ciclo Incontri sensibili – curato dal direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger e dalla gallerista Laura Trisorio, in collaborazione con Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea – i lavori della Löhr sono stati messi in dialogo con il dipinto Ipomee e boules de neige di Andrea Belvedere, esponente del barocco napoletano facente parte della collezione del Museo.
"Per questa mostra, la Löhr ha chiesto che fosse utilizzata la luce naturale. Abbiamo così riaperto la finestra solitamente chiusa della sala Incontri sensibili e il caso ha voluto che si aprisse sul meraviglioso Belvedere di Capodimonte – ha raccontato il direttore Bellenger. Un’altra casualità, una di quelle che fanno della storia un destino, è la presenza, a pochi metri di distanza, della sala Kounellis. Così, dopo molti anni, l’allieva e il maestro si incontrano di nuovo."
Biografia
Christiane Löhr è nata nel 1965 a Wiesbaden e vive e lavora tra Colonia e Prato. Ha studiato con Jannis Kounellis alla Kunstakademie di Düsseldorf. Nel 2016 è stata insignita del XIX Premio Pino Pascali e la Kunsthaus Baselland di Basel le ha dedicato un’importante mostra personale. Ha esposto in numerosi spazi pubblici e privati. Ha partecipato a mostre collettive in importanti gallerie e musei in Italia e all’estero: 49a Biennale di Venezia (2001); Terre vulnerabili, HangarBicocca, Milano (2010); Autoritratti. Iscrizioni del femminile nell'arte italiana contemporanea, MAMbo Museo d'Arte Moderna di Bologna (2013); The Human Condition, National Centre for Contemporary Arts NCCA, Mosca (2015). Nel 2018, lo scultore Tony Cragg l’ha invitata a realizzare una mostra presso lo Skulpturenpark Waldfrieden da lui fondato a Wuppertal. Nell’estate 2020 la casa editrice Hatje Cantz di Berlino ha pubblicato un’ampia monografia su Christiane Löhr e in ottobre un suo lavoro permanente sarà installato nella chiesa di San Fedele a Milano.
Stefania Trotta