Christiane Löhr allo Studio Trisorio di Napoli

eroica fenice / 26 settembre 2020


Dal 25 settembre al 4 dicembre, la personale di Christiane Löhr in esposizione presso lo Studio Trisorio.

Christiane Löhr, l’artista tedesca della mostra Trasparenze, ospitata presso il museo Madre, torna nella cornice napoletana con un doppio appuntamento. Dal 25 settembre lo Studio Trisorio, galleria d’arte napoletana in via Riviera di Chiaia, ospita la mostra personale Christiane Löhr. L’artista sarà inoltre presente in una doppia personale per il ciclo Incontri sensibili a cura di Sylvain Bellenger e Laura Trisorio al Museo e Real Bosco di Capodimonte.

Il suo percorso in Italia ha visto tappe illustri nelle mostre collettive della Biennale di Venezia nel 2001, per mostre al MAMbo Museo d’Arte contemporanea di Bologna nel 2013, presso l’HangarBicocca di Milano e nella futura installazione permanente nella Chiesa di San Fedele della stessa città. Una fama internazionale che si irradia da Berlino, dove la casa editrice Hatje Cantz pubblica nell’estate 2020 una corposa monografia sull’artista tedesca.

Lo studio dello spazio e del movimento perseguito da Christiane Löhr anima il percorso espositivo dello Studio Trisorio. La convergenza materica di semi, piante e crini di cavallo, costituisce la struttura primaria di composizioni che, pur nella loro apparente fragilità, si radicano con forza nelle teche che le preservano. La tensione verticale percepibile nelle venature frementi delle opere pittoriche, dal tratto nero ora sottile, ora marcato, dal fondo carta fino all’estremità opposta, è la riproduzione della direzione di crescita delle piante. Queste, come volte gotiche, si toccano in un punto, formando ambienti raccolti e inviolabili come spazi di culto, rendendo, pur nell’artificio, l’immagine pura e delicata del rigoglio della natura.

Le opere di Christiane Löhr partono dal punto fermo della nascita alla leggerezza dell’estensione, creando un intimo e inviolabile spazio vitale. Lo Studio Trisorio è invaso dalla forza espressiva di questo reticolato, che si estende in un’installazione tridimensionale. Strutture cilindriche realizzate dall’intreccio continuo e ininterrotto di fili, da parete a parete, invadono la seconda stanza della galleria. Lo spettatore si potrà muovere intorno a fasci sottili ma saldi, senza poter mai davvero penetrare il mistero che li sottende. Queste strutture sembrano attraversare lo spazio e il tempo, forti dei legamenti che le sostengono, presentandosi allo spettatore come momento superficiale di un percorso più lungo e irriproducibile. Uno spazio di percorrenza, dunque, che è segnato da una zona sensibile e da una zona inespressa. Da ricordare a questo proposito un’ulteriore esperienza espositiva italiana, a Varese, dove il nome di Chistiane Löhr veniva associato alla capacità delle sue opere di dividere il vuoto, ad amplificare una distanza tra l’opera e chi la osserva.

Il candore della galleria dello Studio Trisorio avvolge con cura e dedizione la delicatezza delle opere della Löhr. Un’aura protettrice le proietta in una dimensione altra, sacra, e per questo degna di devozione.

Carolina Borrelli


 
Previous
Previous

Le architetture fluttuanti di Christiane Löhr

Next
Next

Löhr: l’arte della leggerezza con foglie, fiori e steli