L’esposizione di Trisorio fronte strada. Roxy in the Box finisce «in vetrina» a Chiaia

corriere del mezzogiorno / 9 maggio 2024


Surfando tra segni e significati, ribaltando prospettive e ordini di senso, Roxy in the Box, al secolo Rosaria Bosso, da circa vent’anni sdogana l’arte dal circuito ufficiale. Lo fa adottando una semantica pop, attenta alle alternanze tra sacro e profano e sempre a caccia delle contraddizioni del presente. In bilico tra ironia e nostalgia, la regina della street art (celebre la folla di personaggi famosi sui muri della città) che mixa pittura, video, installazioni e performance inaugura domani alle 19 «Social Pop Mirabilia» la nuova personale allo Studio Trisorio in via Carlo Poerio a Chiaia. Dagli acrilici su tela ai neon, dalle sculture alle videoinstallazioni sono più di cinquanta opere, all’interno del piccolo spazio fronte strada che esplorano l’intero universo dell’artista napoletana.

Roxy sei davvero finita in the box?

«Non ci avevo pensato, ma mi fa molto piacere esporre in una galleria su strada, una vera rarità a Napoli rispetto alle altre città del mondo, perché diventa un contenitore più adatto alla mia pratica artistica, un vero contesto urbano on the road.»

Che cosa vedremo in mostra?

«Tutti i miei pensieri. La mostra è una vetrina della mia mente. Lavori vecchi e nuovi, dove i vecchi ancora mi riguardano, ancora mi rappresentano.»

C’è pure “Femmenella”, la scatola luminosa che riprende il lettering della mitica Nutella, una vecchia icona…

«È un lavoro del 2004 che diverte sempre tanto. Quell’opera la dedicai ai trans che stazionavano fuori dal San Carlo quando ero piccola. Erano bellissimi e siccome la loro identità allude a una pratica molto intima, segreta, associai il concetto a quel desiderio di Nutella, improvviso, notturno e solitario.»

C’è un’opera a cui ti senti particolarmente legata?

«Si. È “Ti prenderei per le palle” un’installazione composta da un dipinto e da una statua che raffigura la Venere di Milo. È la rappresentazione della critica al patriarcato e a ogni forma di maschilismo, a partire dalla rappresentazione museale che spesso relega le donne alla semplice nudità nei dipinti e nelle statue, senza riconoscere il loro contributo come artiste. Inviterò le donne che parteciperanno alla mostra a firmare la statua della Venere, trasformandola in un simbolo di solidarietà e di resistenza contro le oppressioni di genere.»

Progetti futuri?

«Sto per inaugurare, a Montelupo Fiorentino, una mostra che comprende un mio lavoro con la ceramica. È la prima volta che mi cimento con questa forma d’arte e devo dire che mi piace molto. Poi ci sarà il “Pessoa Luna Park” il progetto culturale itinerante che coniuga ecologia, innovazione e promozione culturale. Una sorta di luna park urbano rivolto principalmente ai millennial. A Vico Trinità delle Monache, date ancora da stabilire.»

Melania Guida


 
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