Al Madre, Studio Trisorio e Museo di Capodimonte disegni inediti, film, opere: tre giorni per Bourgeois
corriere del mezzogiorno / 23 marzo 2017
Tre giorni di Louise Bourgeois, la scultrice francese che più di ogni altra, forse, ha fatto della ricerca artistica il luogo dichiarato di un’analisi lucida, la sua autoanalisi. Tre giorni con Louise: oggi, domani e sabato, tre appuntamenti che Napoli dedica all’artista, scomparsa a New York nel 2010, a 99 anni, che ha usato il corpo per esplorare potere e contraddizioni delle emozioni umane. Si intitola Louise Bourgeois «Voyages Without a Destination» il progetto espositivo realizzato dallo Studio Trisorio in collaborazione con il Museo Madre e il Museo di Capodimonte dove già nel 2008, prima in Italia, una grande retrospettiva dedicata alla scultrice aveva emozionato la città.
Si comincia stasera al Madre, alle 17, con una proiezione del film Louise Bourgeois: The Spider, the Mistress and the Tangerine (2008). A seguire, una conversazione sull’artista di Jerry Gorovoy – presidente della Easton Foundation di New York, assistente storico e nume tutelare della Bourgeois – insieme con il direttore del museo, Andrea Viliani.
Domani alle 19, allo Studio Trisorio l’inaugurazione della mostra a testimonianza dell’intero percorso e della sofisticata poetica dell’artista. In esposizione quattro sculture in bronzo e 34 disegni, metà dei quali inediti, realizzati dalla Bourgeois tra il 1940 e il 2009. Gouache, acquerelli e carboncini: una selezione che da sola fa una retrospettiva. Si tratta di una parte fondamentale della sua produzione perché, come ha ricordato Gorovoy, i disegni per Louise erano come pagine di un diario. Immediatamente emotivi riflettono il suo mondo interiore nel corso del tempo e, come il frutto di un continuo flusso di coscienza, sembrano la risposta a quel caos interno bisognoso di venir fuori durante l’atto del disegnare. È il racconto di una vita attraverso immagini e forme altamente simbolici. È il suo sguardo sulla memoria, la sessualità, l’amore, l’abbandono, il modo di dare forma alle sue paure per esorcizzarle. Se l’ansia provoca frammentazione, il desiderio è nel ritornare integri: questa la lezione artistica della Bourgeois. Del resto, «la bellezza è imparare, capire, risolvere un problema, trasformare il caos in armonia» diceva spesso Louise che creava per sopravvivere convinta che «la violenza non si dimentica, bisogna ricrearla per sbarazzarsene».
Ultima tappa dopodomani, alle 11, al Museo di Capodimonte con l’inaugurazione di «Incontri sensibili» la mostra a cura di Sylvain Bellenger, in collaborazione con Studio Trisorio, dove sarà esposta, per la prima volta in Italia, «Femme Couteau» (2002), l’opera di Louise Bourgeois in dialogo con il «Martirio di Sant’Agata» di Francesco Guarino.
Melania Guida