“Enigma 33”, favolee memorie di guerracon pesci-marionetta

la repubblica / 15 maggio 2023


Da domenica al 28 maggio il nuovo progetto visivo-musicale di Lucia Romualdi, raccontato dalla voce narrante di Franco Mazzi

C’era una volta un re, anzi un pesce. Comincia così la favola visiva e musicale scritta dall’artista Lucia Romualdi. Quando ha visto la Sala Assoli, accompagnata da Igina Di Napoli, direttrice artistica della Casa del Contemporaneo di cui fa parte la Sala sottoposta al Teatro Nuovo, l’artista non ha avuto dubbi. «Ho capito – spiega – che era il luogo ideale per raccontare qui la mia favola. Uno spazio nel quartiere degli Spagnoli molto emozionante: una sorta di piazza esistenzialista nel cuore di Napoli». Si chiama “Enigma 33 – partitura di luce per voce e marionette. Un’opera sul concetto di intervallo”, il nuovo progetto visivo-musicale di Lucia Romualdi, raccontato dalla voce narrante di Franco Mazzi e accompagnato dalla musica composta da Claudio Jacomucci “Incantesimi 2023”, per fisarmonica spazializzata. Si vedrà alla Sala Assoli live – con voce dal vivo e musica eseguita in contemporanea – domenica alle 18 e alle 20 (solo su invito), mentre la replica delle 20 si potrà seguire in diretta streaming sulle pagine Facebook dello Studio Trisorio e di Casa del Contemporaneo, che hanno prodotto il progetto con il sostegno di Seda e il “matronato” della Fondazione Donnaregina per le Arti contemporanee. Dal 22 al 28 maggio, invece, l’installazione sarà aperta al pubblico dalle 18 alle 20 di tutti i giorni a ingresso libero (vico Lungo Teatro Nuovo, 110).
Lucia Romualdi, artista attiva fin dagli anni Settanta nell’ambito degli ambienti dell’arte concettuale, opera dal 1989 in stretto dialogo con i linguaggi musicali, dando vita a poetiche installazioni con partiture di luce – cifre, diagrammi numerici, tabulati di marea e di stelle – che si avvalgono anche di procedimenti tipici del montaggio cinematografico. Dal 1977 lavora con lo Studio Trisorio dove ha esposto più volte. “Enigma 33” è una favola scritta da Romualdi che traspone su un piano poetico e fantastico memorie di guerra e affronta in forma di metafore temi come il potere, le leggi razziali, la prigionia, il Nazismo, l’armistizio, la Liberazione. «È un lavoro politico, nomade e musicale sulla lontananza – spiega – una partitura di luce numerale e cinematica in variazione, un’opera sul concetto di intervallo che si apre alla memoria collettiva, raccontata a bambini e adulti da pesci/ marionette e da una barca “vagabondo” che se ne va per mare».
Il titolo è una citazione di Enigma, il dispositivo elettromeccanico, utilizzato dalle forze armate tedesche durante la Seconda guerra mondiale per messaggi cifrati. I codici venivano cambiati ogni giorno, ma Enigma riuscì comunque a essere decodificata, mentre il numero “33” si riferisce a uno degli indovinelli della favola che è un testo teatrale con un prologo e quattro atti che fu scritto durante la prigionia in due campi nazisti da un parente dell’artista. I pesci-marionette, che si muovono come automi musicali nelle animazioni digitali che verranno proiettate nella Sala Assoli e saranno visibili dall’alto, dalla platea, rappresentano i diversi personaggi della storia originaria che Romualdi ha riscritto. Ogni pesce-marionetta ha il proprio nome scientifico ma anche quello del personaggio a cui corrisponde. «L’idea di portare le marionette in piazza, perché la Sala Assoli è in una piazza che viene vista dai vicoli, si vede dall’alto, come un lavoro sulla lontananza. Perché, come mi ha detto Achille Bonito Oliva, quando gli ho parlato del progetto, ai napoletani piace guardare dalla finestra».
La favola, scritta nei campi di concentramento, venne usata per allontanare il male da cui erano assediati i prigionieri: risolvendo due enigmi si conquista la chiave per entrare nel Regno della Fantasia, un lasciapassare di speranza per dimenticare l’oppressione.

Renata Caragliano
Stella Cervasio


 
Previous
Previous

Enigma 33, la guerra attraverso le favole

Next
Next

L'enigma della conoscenza: in mostra le fotografie di Robert Polidori