Inspira, espira, inghiotti
il giornale dell’arte / novembre 2021
Bologna e Napoli. «Breathe in», fino al 30 novembre allo Studio Trisorio di Napoli, e «Breathe out», allo Studio G7 di Bologna fino al 13 novembre, sono i titoli delle due mostre «complementari» di Gregorio Botta. «Espira» e «Inspira» costituiscono due distinti capitoli di un unico progetto volto a riflettere sul senso dell’esistenza umana, attraverso le implicazioni che ha il respiro nel determinarla durante un tempo vita che ha inizio con il respiro e termina con il suo arrestarsi. «Quando inspiriamo è come se inghiottissimo una parte del mondo», dichiara l’artista, che, nel solco della sua ricerca e affrontando le possibili implicazioni della materia e delle sue trasparenze (vetro e cera), riesce a stabilire relazioni evocative tra i materiali per restituire visibilità e corpo a ciò che è impercettibile e invisibile. Nella prima sala della galleria napoletana sono esposti «Angeli», quattro parallelepipedi di cera, illuminati all’interno, mentre altrettante quattro piccole lastre di alabastro racchiudono forme che sembrano galleggiare. Alle pareti della seconda sala fogli di carta di riso e cera accolgono resti di fiori, foglie e tracce di sangue («Noli me tangere»), riferimento al Beato Angelico del Convento di San Marco di Firenze, mentre al centro della stanza è posta una fontana infiorata (nella foto). Evocano il movimento ascensionale di una scala, infine, sette cerchi di vetro sospesi con fiori di terracotta: l’opera «Hölderlin Paradise» congiunge idealmente l’esposizione napoletana e quella bolognese, dove è esposto un lavoro tratto dallo stesso ciclo.
Olga Scotto di Vettimo