Jenny Holzer, l’arte «negata» della paladina dei diritti civili

il mattino / 8 novembre 2024


La vicenda politica degli Stati Uniti è di estrema attualita, con Donald Trump appena rieletto presidente. Ed ecco che lo Studio Trisorio inaugura, alle 18.30, la mostra «Denied» di Jenny Holzer, artista statunitense di altissimo rilievo internazionale, forte paladina dei diritti civili. La Holzer nel Natale del 2006 fu protagonista in piazza del Plebiscito con le sue scritte luminose proiettate sulla basilica di San Francesco di Paola, sulla prefettura, sul palazzo reale e su palazzo Salerno. «Meglio la sapienza che le armi da guerra» era una delle provocatorie frasi che illuminarono per varie notti gli storici edifici. «Sono felice di avere nuovamente delle opere a Napoli. Sono stata fortunata a realizzare delle proiezioni di luci molto suggestive in piazza del Plebiscito anni fa, su edifici destinati all’esercito, alla nobilta, alla polizia e alla chiesa. E stato un progetto molto ampio», ricorda lei ora, da New York.

Statunitense di Gallipolis, piccolo centro dell’Ohio, nata nel 1950, è una delle artiste più influenti della sua generazione. Dalla fine degli anni '70, il suo lavoro ha esplorato l'interazione tra linguaggio e potere. II titolo della mostra «Denied», «negato», è un esplicito riferimento a tutte le sue opere più recenti, di cui ci sono importanti testimonianze anche in questa mostra napoletana. Nei «Redaction Paintings» riproduce documenti provenienti da ambienti governativi e militari, pubblicati grazie al Freedom of Information Act, il provvedimento legislativo che ha aperto a giornalisti e studiosi l’accesso agli archivi della national archives and records administration.

«Gran parte di ciò che è esposto a Napoli é ciò che non so, e ciò che forse non saprò mai. Molti dei dipinti qui sono basati su documenti un tempo segreti, con la maggior parte del loro contenuto oscurato. Vorrei capire di più», spiega.

La personale si sviluppa nelle due sedi della galleria: alla Riviera di Chiaia 215 e in via Carlo Poerio 116. A curarla è Philip Larratt-Smith. Nella storica sede della galleria l’allestimento comprende undici opere realizzate tra il 2019 e il 2024. Le barre censorie appaiono come linee nere o si trasformano in riquadri preziosi in foglia d’oro, che rendono le pagine come dipinti astratti. Nel grande lavoro su carta pergamena della serie «Privately Constructed» le frasi estratte dal tracciato di un documento del Dipartimento della sicurezza nazionale degli Stati Uniti sono circondate da impronte di mani realizzate con il carbone, Oltre ai dipinti e alle opere su carta, sono in mostra piccole placche metalliche e disegni delle serie «Living» e «Survival» degli anni '80, caratterizzati da frasi lapidarie e icastiche, che invitano gli spettatori a riflettere su temi come la fragilità della vita e la violenza della guerra.

Nella vetrina di via Carlo Poerio sono esposte, invece, una scritta a led e una panchina di marmo che reca inciso universo tratto da una poesia di Patrizia Cavalli.

Enzo Battarra


 
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Le mani nell’arte di Jenny Holzer allo studio Trisorio